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Passaggio a Sud Ovest 2014: Report #5

Da Singapore a Bangkok 

Indocina fino ad ora il tratto più duro del viaggio causa clima da un lato e burocrazia dall’ altro.

27-30/07/2014 (SINGAPORE)

Faccio il turista in attesa della moto, doveva arrivare il sabato, arriverà  mercoledì 30 causa  delle gocce di olio(avevo fatto il cambio) che ha fatto rabbrividire il personale della Quantas, dall’altra parte hanno ragione la moto è considerata un oggetto pericoloso, ogni spedizione bisogna apporre firma alla OBJECT DANGEROUS DECLARATION, ma va a f…..ce ne sono di oggetti strani ch volano in aereo a partire dalle persone.

31/07/2014

Mi reco al dock del cargo aereo dove è la moto, faccio 2 uffici e senza cacciare denaro mi portano la moto nella cassa, tra la curiosità dei presenti inizio a rimontarla, oramai lo faccio con tanta disinvoltura come se fossi in una catena di montaggio, purtroppo non sarà l’ultima.

Ritorno in città, ho memorizzato il percorso, faccio pieno e torno in albergo dove sostituisco la corona, ho kit ma voglio usarlo dopo Bangkok.

01/08/2014

Lascio Singapore alle spalle, dopo circa 50 km faccio le 2 frontiere a Tuas, quella di Singapore e della Malesia, la quale da subito da l’idea del paese islamico, le addette alla dogana sono 2 donne con tanto di velo ma si ha l’idea della laicità, almeno ai miei occhi, del paese, non è frequente che in un paese islamico le donne lavorino in questi uffici.

Da subito mi rendo conto che sarà una sofferenza climatica per il sottoscritto, l’umidità nell’aria abbonda, risalgo l’interno e la sera sono a Malacca, una città famosa per il suo porto commerciale fino a quando Singapore divenne il porto principale della penisola, la città conserva aspetti architettonici risalenti alla dominazione portoghese, ma quello che attira i miei occhi sono i tanti risciò, addobbati con luci e musica a palla, una chicca.

02-03/08/2014

Per due giorni faccio il turista con la moto parcheggiata, l’hotel Euro Rich è accogliente e ad un buon prezzo, mi godo una gita turistica gratuita da parte della municipalità e il caotico mercato di sera, dove si trova di tutto, c’è pure una esibizione canora di karaoke, tanti applausi ma anche qualche diniego.

04/08/2014

Lascio Malacca e punto su Kuala Lampur, l’autostrada scorre veloce sotto le ruote della kappona, giungo nella capitale dopo un fila di 10 km causa un incidente, l’idea che mi sono fatto che la gente in autostrada è distratta, stare guardinghi è di obbligo giusto il tempo di parcheggiare e si scatena il nubifragio, come torna il sereno salgo in sella e mi dirigo alle Twin Towers, le torri della Petronas la compagnia petrolifera della Malesia.

E’ suggestione scattare foto sotto questo complesso architettonico futuristico ma che conserva tratti di tradizione architettonica del paese, tornerò anche la sera per il rituale delle foto.

05/08/2014

Oggi ho un appuntamento importante, rimandato per giorni, causa arrivo moto dall’Australia, è quello in Givi Malaysia, salgo verso nord, confondo la provincia con la città come capoluogo e allungo di 40 km, chiedo e torno indietro per Rawang, come esco dall’ autostrada il cartello che mi porta in sede, campeggia alla grande all’incrocio, impossibile sbagliare.

Mi riceve il Sig. Andrea Lunedei, manager della produzione e capo del settore Design, foto ricordo, sono ospite a pranzo del Sig. Andrea, un modo anche per capire  come si vive in questo paese.

E’ ora di andare saluto e punto al nord, su consiglio del Sig. Andrea devio per Camerum Highland, le coltivazioni di the e fragole sono l’attività principale, salgo in altura e ritrovo il fresco, per una notte niente condizionatore, faccio tappa a Brinchanng.

06/08/2014

Trasferimento verso la frontiera con la Thailandia, lasciate le montagne ritrovo la calura della pianura dormo a Changlun domani si entra in Thailandia.

07/08/2014

Di buon mattino faccio frontiera in 20 minuti sono in Thailandia, l’idea è quella di andare a Ko Samui un isola che sta togliendo il primato a Puket, sono oltre 600 km che percorro fino al traghetto, dopo aver indossato anche l’antipioggia per un violento temporale. Al traghetto incontro Jorge, spagnolo da 13 anni qui, con compagna viaggiano con 2 KTM 200 Duke, si fa amicizia e insieme quando arriviamo a Ko Sumai, mi accompagnano ad un resort con spiaggia sul mare, sono stanco ma appagato saluto a domani.

08/08/2014

Jorge arriva sul tardi, mentre mi godo un bagno nelle calde acque adiacente al resort, insieme si va da un amico meccanico dove accorcio la catena.

Insieme facciamo un giro dell’isola, rientro in hotel e  preparo tutto, domani sono deciso ad arrivare a Bangkok, anche se dovrò fare oltre un ora di traghetto.

09/08/2014

Alle 7 del mattino sono già in strada, alle 8,30 salgo sul traghetto che mi riporta alla terra ferma, una volta sbarcato riprendo l’autostrada, per modo di dire, una 4 corsie con vari punti semaforici lungo il tragitto.

Nel primo pomeriggio come di consuetudine piove, di nuovo antipioggia che toglierò a 150 km da Bangkok dove arrivo alle 20 di sera, da un lato ho meno traffico dall’altro faccio fatica ad orientarmi ma comunque a 4 km dall’albergo ci arrivo poi un tuc tuc avanti che mi porta a destinazione.

Sono cotto doccia a letto, dopo una litigata per parcheggiare la moto davanti alla hall dell’albergo, non volevano, chiusa a chiave ho detto prendetela in mano e portatela dove volete, ci è restata per 2gg.

10-11/08/2014

Mi riposo facendo il turista, gita sul Mekong con imbarcazione, poi palazzo Reale e il grande Buddha sdraiato. E’ anche il rendez vous per il giro che voglio fare, quindi lascio tutto quello che non mi occorre ma prima di lasciare Bangkok sostituisco il gruppo trasmissione.

11/08/2014

Lascio Bangkok in una bolgia infinita, il traffico è pazzesco, con 6-7 milioni di abitanti non ci si può aspettare di meglio, fatti 30 km si torna alla normalità, nel primo pomeriggio sono in frontiera, Paoy Paet, rispetto a 12 anni fa trovo meno confusione ma è un andare venire di merce con carretti stra-carichi.

La Cambogia me la ricordavo povera con strade dissestate, la ritrovo tale e quale, il popolo sempre disponibile e molto umile, ma questo non toglie dignità, gli anni del regime dei Khmer Rossi ne ha indebolito la struttura economica e sociale, a conferma di tale situazione quello che sorprende è l’uso dei dollari, anche le pompe di benzina hanno il dollaro statunitense come riferimento, se vuoi pagare in moneta locale non resta che prendere la calcolatrice e fare la conversione. Punto su Siem Rep, dove arrivo dopo il tramonto per due giorni sosterò all’ hotel Malika.

12-13/08/2014

Angkor è uno dei siti più suggestivi dell’ Indocina e forse al mondo, se molti studiosi l’hanno paragonato al meglio esempio delle opere greche e romane, un motivo ci sarà, al mondo è il complesso più grande esistente, nato come tempio dedicato a Vishnu poi convertito al Buddhismo Theravada, ha impegnato gli studiosi in restauri duraturi, viste le condizioni ambientali per strappare gli edifici all’avanzare della natura, ho ricordi indelebili di radici che si sono impossessate delle mura, ancora oggi alcuni esempi sono evidenti ma per il resto si sta cercando di ricollocare i muri crollati come nelle origini, di certo il turismo sta dando una mano non indifferente, anche se la sera Siem Reap diventa un luogo snob, dove i turisti invadono locali e pizzeria con complessi che suonano musica rock.

14/08/2014

Fa caldo eccome, l’umidità a livelli altissimi, scendo verso Phnom Phen la capitale, non trovo i cartelli che segnalano mine come 12 anni fa ma la strada è sempre un enigma, buche a tratti senza asfalto, per 80 km prima della capitale solo tanta polvere poi tutto in ordine, entro in città e parcheggio la moto a 500 mt dal palazzo reale, sono sulle rive del Mekong il fiume , dopo il Rio della Amazzoni, il fiume più lungo al mondo.

15/08/2914

Giornata campale, fatta colazione visito il palazzo Reale, se lo si guarda senza pensare al resto della Cambogia sorprende per la ricchezza delle opere e soprattutto per quelle 5000 mattonelle da un kg l’una di argento della Pagoda omonima.

Uscito dalla capitale punto la frontiera con il Vietnam, a Bavet accade di tutto, faccio frontiera cambogiana.  Entro in quella vietnamita, metto timbro e presento documenti moto, questa è la prassi, accade di tutto, ostinati mi dicono che la moto necessita di un permesso delle autorità della Cambogia, non capisco la Cambogia riconosce il Carnet sono entrato ed uscito,  da subito trovo difficoltà nell’iterlocutore e che non andrò da nessuna parte, con la moto parcheggiata ad un passo dal gate mi siedo. Ostinato fino all’ultimo, ma non solo io,  più di un doganiere mi fa visita per dirmi che il Carnet lo conoscono ma la moto non può entrare, ed io “which the problem?” Sarà un continuo senza avere risposta, dopo circa 6 ore mi si presentano 2 militari uno è graduato, mi esortano a seguirli, dove? Se non lo faccio caricheranno al moto e la parcheggeranno altrove, sono decisi, li seguo e mi portano in caserma, sono anche gentili fino a quando alla mia ennesima domanda perché la moto non può entrare, la risposta è inequivocabile, la moto non esiste in Vietnam si fa notare potrebbe essere rubata, gli spiego che 12 anni fa sono entrato sempre in moto in Vietnam e non ho avuto problemi, non è bello sentire una persona delle istituzione parlare in questi termini del proprio popolo, tutti ladri domando?

So che devo tornare indietro, ma infierisco, mi prendono il passaporto e mi annullano l’ingresso in Vietnam, poi mi accompagnano dal lato cambogiano, mi rendo conto quando i poveri cambogiani sono succubi dei loro modo, con riverenza acconsentono ad annullarmi il visto di uscita, vado oltre tanto oramai sono di qua e chi se ne frega, in inglese interrogo i cambogiani presenti “PENSATE CHE  IN CAMBOGIA MI POSSONO RUBARE LA MOTO? IN VIETNAM LE RUBANO TUTTE” tutti zitti, sono strafottente non l’ho mai fatto, faccio di più, prendo fotocamera e immortalo i 2 militari, scoppia il casino i cambogiani non mi ridanno il passaporto se non cancello la foto dei di 2 militari, tanto la recupero detto e fatto. Faccio 2 km, l’albergo è spartano ma non ho scelta, doccia un salto a piedi ad uno dei tanti localini lungo la strada, un piatto di riso e un pò di maiale arrosto, è da stamani che non mangio.

16/08/2014

La meta è Vientiane la capitale del Laos, non ho voglia di rifare la stessa strada, analizzo la cartina c’è una strada che sale a nord costeggiando Cambogia e Vietnam, chiedo lumi ma nessuno sa dirmi a cosa vado incontro, vado l’asfalto finisce subito mi ritrovo tra risaie e palafitte, sono un extra terrestre in sella a una 2 ruote, tutti mi scrutano, quando mi fermo per chiedere trovo un ragazzo che parla inglese, un fenomeno, in Italia nemmeno uno che mette  3 parole consecutive, approfitto gli offro da bere sono un ora seduto con lui è curioso vuol sapere, poi mi fa un elogio, hai 55 anni? Qui in Cambogia a 55 anni si è molto vecchi, non sono ipocrita capisco la vita è dura  replico, lui acconsente poi su un pezzo di carta disegno la cartina e lui scrive in cambogiano, Kraeg è la città che devo raggiungere, dove ritroverò l’asfalto, insomma per modo di dire, con il sole che ha tramontato sosto a 7 km dal confine con il Laos a Sameakky, hotel spartano ma non ce ne sono altri. Nel risalire la Cambogia ho provato in altre 2 frontiere vietnamite, sono andato a piedi a sentire, la  cantilena è la stessa la moto può essere rubata.

17/0872014

Faccio frontiera con Laos, sonno lontano da tutto ma funziona tutto, visto in frontiera a 30$ + 1 perché è giorno festivo, non controllo se lo è.

Il Laos da l’idea di essere un paese ricco, le auto tutte nuove e di grande cilindrata, la pulizia è encomiabile anche laddove si è sperduti in mezzo alle campagne, poi le strade in ordine e ben tenute, un altro paese, forse una ragione c’è, le statistiche dicono che fino a qualche anno fa era il terzo produttore di oppio la mondo, è solo una mia idea. Senza fretta risalgo verso nord il pomeriggio mi fermo a dormire a 200 km dalla capitale Vientiane a Vieng Kham, il Laos è organizzatissimo, trovi GuestHouse ovunque, questo aiuta a buon prezzo.

18/08/2014

Con comodo mi organizzo al mattino, poi in sella verso la capitale, e come sempre accade di pomeriggio inizia  a piovere, fortuna mia parcheggio, passerà un ora e ne verrà giù tanta, scatto foto raccontarla non sarei creduto.

Giungo a Vientiane nel primo pomeriggio, la città è facile da attraversare da un punto di vista viario, non per nulla è organizzata alla francese, ampi viali, tutto a suffragare la presenza coloniale, che si riscontra anche nella cucina e nei croissant delle pasticcerie, una delizia dopo tanto riso.

Il V Hotel è a ridosso del Mengkok river, di fronte un ristorantino gestito da due ragazzi belgi che prenderò d’assalto, da troppi giorni mi manca la nostra cucina, in più sono stanco, ho percorso più di 1000 km in situazioni particolari.

19/08/2014

Giornata dedicata alla visita della città, è migliora tantissimo, ricordo intorno all’ Arco di Trionfo, solo tanta polvere rossa, ora bei viali, tanti fiori, a poca  distanza c’è lo Stupa Pha That Luang, un emblema del Laos, un tempo la cupola era rivestita d’oro, a distanza di anni ho trovato la struttura trasandata, necessità di un refresh.

La sera dopo cena decido di fare delle foto di notte, contato un tuc tuc si va, da subito c’è qualcosa che non va, il motore dell’aggeggio è un Suzuky 2 tempi a disco rotante, senza filtro il tizio di tanto in tanto chiude con il tallone l’aspirazione, sembra che migliori ma poi si spegne dopo un lieve tratto in salita, i miei occhi non crdedono a quello che vedo, bottiglia e acqua sulla testata, si raffreddamento fai da te, due pedalate e va di nuovo in moto, ora il tizio getta acqua mentre guida, che avventura, mi fa talmente pene che quando torno in hotel gli do più soldi di quelli pattuiti.

20-21/08/2014

Rientro a Bangkok, a 80 km vedo nero all’orizzonte l’istinto mi dice di fermarmi, giusto il tempo di trovare un letto che inizia a piovere, 5 ore interrotte di pioggia. L’indomani di prima mattina giungo a Bangkok tutto quello che non mi occorre  più lo metto in una scatola, ho il post office a 50 mt dall’hotel, spedisco tutto in Italia, mi organizzo per la ripartenza del giorno dopo, destinazione Mynmar.

22/08/2014

Esco da Bangkok con le difficoltà di sempre poi una volta fuori città tutto diventa più facile, alle 14 dopo circa 500 km  sono a Mea Sot frontiera tra Thailandia e Birmania, non ho la certezza che mi faranno entrare, certo sapere cosa mi si chiederà non era nei miei piani.

Supero il ponte che fa da confine vengo invitato a parcheggiare, controllo sanitario, mi si misura la febbre tutto in strada, vengo fatto accomodare in un ufficio dell’immigrazione, il passaporto è ok ma è la moto il problema, penso tra me ma può un pezzo di ferro con un motore e 2 ruote a creare problemi? Non di sicuro ma così è, arriva un funzionario di dogana, prende il Carnet e dice ok ma necessità un permesso per la moto, dove devo rivolgermi? Ad una agenzia di Yangon, la capitale, rimango esterrefatto non è scritto da nessuna parte ne sul sito dello stato del Mynmar e tanto meno su Viaggiare Sicuri dell’ Aci, questo paese è sulla lista, mi si dice occorrono 2 giorni, ok come devo fare? Attendere ti mandiamo qualcuno di un’agenzia.

Arriva un ragazzo dopo un ora, mi dice che occorrono 10-15 giorni per questo permesso, mi metto a ridere, sto al gioco vogliono itinerario, eccolo, bene dice lui, devi aspettare una risposta, attendo quale è il problema? Verifico l’orario alle 18,30 il passo di frontiera viene chiuso da entrambi le parti, il tizio mi dice che dal varco Thailandese c’è l’omonimo che ha agenzia e che provvede ad organizzare tour e ogni giorno ha la possibilità di prendere visti per Mynmar, cosa che io ho sul passaporto. Decido torno in Thailandia, da dove mi gestirò meglio.

Ritorno oltre il ponte l’addetti thailandesi capisco il disagio fanno di tutto per riportarmi nel loro paese, mi danno indicazione di un albergo a 50 mt dal varco, ottimo pulito, a buon prezzo e con wi-fi cosa indispensabile per questa situazione.

Sono stanco, sempre a tiro, sempre a giustificarsi e soprattutto a rimediare all’ultimo minuto decidendo il da fare, non è facile in queste situazioni.

Dopo cena, sono dovuto salire in moto e andare verso il centro città, qui sembrava il copri fuoco, chiusa la frontiera finita la vita.

Al rientro mi collego, non so se è arrivata prima la rabbia o lo stupore, di fatto mi trovo mail dell’agenzia di Yangon , contattata precedentemente ma senza dare le mie credenziali, è gestita da una Signora vietnamita, l’allegherò in fondo pagina insieme a quella del funzionario della nostra ambasciata a Yangon, a chi legge le conclusioni.

Per 6 gg mi si chiedono 3800$, tutto compreso, cioè pernottamenti, dal costo di 15€ euro di media, jeep e guide, tengo a precisare che il reddito pro-capite in Mynmar è di 1100$ annui, la mia risposta è senza peli sulla lingua, ho minacciato la signora VIET-COMUNISTA, quando torno in Italia qualcuno dovrà darmi delle spiegazioni, ma mai accetterò che aguzzini, bravi predicatori di uguaglianze planetarie, corrotti che in nome del popolo tirano i fili del quotidiano e scoppiano di salute, possano inclinarmi ad essere compiacente. Ho risposto alla russa NIET spiegando alla Signora la sua codardia, non mi ha risposto. Non ho gli anelli al naso.

23/08/2014

E’ sabato non cambia nulla per me decido di restare un giorno in più. Verso le 12 vengo contattato da un ragazzo che poi scopro che è il partner del lato Mynmar, mi si dice che i giorni per ottenere il permesso sono 10, ok ma quanti soldi? Non c’è risposta, ok si proceda tanto non mi costa nulla.

Ho skype e così chiamo i nostri dell’ambasciata a Bangkok, che mi dicono noi non sappiamo cosa fare, caz….ma quando devono spedirsi  dall’Italia i container da 40 piedi con ogni ben di Dio a costo zero lo sanno che io esisto, oppure meglio se importano sempre con container l’auto di cui non pagano iva e la targano qua, lo sanno che io esisto? Evidentemente si sentono tutti Hailè Salassiè.

Vado fino in fondo, chiamo il Ministero degli Esteri in Italia chiedo spiegazioni in merito al Carnet de Passage, sul sito viaggiare sicuri si legge a grandi note come unico documento per importare qualsiasi veicoli in Mynmar, l’addetto è come le scimmie che incontrerò 2 giorni dopo, si arrampica sugli alberi, non sa, non so è l’Aci che deve interpellare, e no non mi si può rimandare sempre ad altri.

Non è finita chiamo l’ambasciata a Yangon altro delirio, dopo tante chiacchiere su come dovrei comportarmi in frontiera…….sia chiaro non pago, vengo invitato a inviare una mail con la richiesta della signora Viet-comunista. Obbedisco come Garibaldi nella terza guerra d’indipendenza.

24/07/2014

Fatta colazione carico la moto, torno a Bangkok la mia esperienza dice che non tirerò fuori un ragno da un buco, così è. E’ il primo pomeriggio quando entro in città mi reco alla concessionaria KTM devo spedire la moto a Kathmandù e va lavata, gentilmente mi dicono di tornare all’indomani, mi danno anche indicazione di hotel nelle vicinanze.

Contatto l’agenzia di Bangkok, grazie alla New Trasport che anche mio sponsor e negli anni a curato le mie spedizioni, tutto prende una piega diversa.

Arrivano notizie dall’ambasciata di Yangon, telegrafiche le nostre agenzie accreditate non hanno possibilità di ottenere permessi per valichi di frontiera, non ce ne era necessità l’avevo capito.

25-26-27/08/2014

In questi giorni si predispone la spedizione della moto, dopo una bella ripulita, è venuto in albergo un ragazzo dell’agenzia insieme a ad altre persone, la moto è stata caricata su un pick up e portata in un loro dock per essere imballata. All’indomani sono stato recuperato in Hotel da  un’ altro ragazzo, siamo andati alla moto e ho messo in cassa tutto quello che può essere spedito, sono in attesa di avere il Carnet, poi prenoto volo per KTM(Kathmandu)

the journey must go on, by GP

  • Biografia
    Biografia

    GP e quelle Due Ruote nel DNA

    La moto è nel DNA di famiglia. Mio nonno andava in moto, mio padre negli anni 50 faceva le gincane e, ad essere sincero, le vinceva. Io non potevo che ereditare questa passione.

  • Il Mondo Su Due Ruote
    Il Mondo Su Due Ruote

    Una vita in moto. E in due libri.

    Dopo 30 anni di viaggi in moto ho battuto le strade ed i sentieri di gran parte del mondo, ma ogni volta che approdo in una nuova terra lontana, il mondo, con le sue meraviglie, mi lascia ancora a bocca aperta...

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