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Passaggio a Sud Ovest 2014: Report #6

Da Kathmandu a Mumbay (Bombay) 

31/08/2014

Ho il volo alle 10, preparato tutto la sera prima, non ho molto, tutto il resto l’ho spedito con la cassa della moto. Da Bangkok torno al Kuala Lampur, poi cambio aereo per Kathmandù, dove arrivo alle 20 di sera, il visto si fa in aereo porto, tutto automatizzato 25$ passata la paura. Ad attendermi c’è Shiva titolare dell’agenzia turistica, non lo conosco è un amico di Gian Paolo Gavioli, il quale gli ha chiesto di darmi assistenza, lo trovo fuori dall’ uscita dell’areoporto insieme ad un fiume di persone, tutti con il cartello in mano ad attendere noi turisti, Shiva sarà uno dei più belli ricordi del Nepal. Insieme andiamo all’ hotel che ho prenotato, ci rendiamo conto che non c’è parcheggio, quindi si cambierà appena arriva la moto,che ritarda ancora per via del we, in dogana si sono impuntati di riaprire la casa e controllare il tutto. Vado a cena ho un fame da lupo, sono con la colazione del mattino.

01/09/2014

Oggi faccio il turista, si va a Durba Square il cuore antico della città, una tappa obbligata per chi viene a Kathmandù.

Monumenti che danno l’idea di un passato glorioso dove aleggia sempre lo spirito religioso, anche se devo dire che mi ricordavo una Kathmandù più parsimoniosa, l’ho trovata caotica, ma il progresso, nel bene o nel male non può fermarsi.

La sera si va a cena con Shiva ci si vede all’indomani, la moto è in viaggio, dovremmo attendere un giorno in più perché in dogana è festa, giornata di relax.

02/09/2014

Appuntamento alle 10, Shiva, pur non essendo il suo lavoro si è organizzato, passiamo prima alla sede della compagnia aerea per prendere documentazione, poi alla dogana dell’areoporto, dove ci attende un suo amico.

La procedura  per lo sdoganamento è online, onde evitare furbate, e deve essere evasa in giornata,  passa un ora e mezza e mi viene portata la cassa con la moto, nel frattempo la dogana si è animata, tutti che aspettano di ritirare la merce, giù il coperchio e i laterali della cassa ed è il caos, tutti incuriositi dalla moto, meno che io, mi hanno smontato anche la ruota posteriore, mai successo.

Sotto gli occhi di tutti inizio a maneggiare i pezzi della moto, come un puzzle riprende forma, Shiva va a recuperare 2 lt di benzina, ma dovrà uscire di nuovo, nel collegare i cavi della batteria mi rendo conto che mi hanno dissaldato un polo, con il sorriso in bocca Shiva, riparta, torno dopo una mezz’ora con un lavoro certosino, in Italia mi avrebbero detto di sostituirla.

Giro la chiave ed è il delirio tutti intorno, Shiva con modo deciso mi indica l’uscita, facciamo rifornimento poi in Hotel, ci si aggiorna al pomeriggio vuole portarmi alla concessionaria KTM, detto è fatto.

Puntuale arriva in albergo, in moto tra i vicoli e il traffico, non è facile con questa nave. Alla concessionaria KTM ci accolgono con professionalità, la ragazza ci chiede di attendere un attimo ha un idea, dobbiamo recarci al parco dell’esposizioni c’è l’ Auto Moto show, rassega motoristica annuale di Kathmandù.

Ho idea di quello che accadrà,ma che dico solo in piccola parta, all’ingresso ci viene incontro Gaurav addetto alla rete vendite KTM in Nepal, un vulcano, i suoi amici mi diranno che se gli si fa l’analisi del sangue esce di colore arancione.

La moto viene portata all’interno dello stand KTM dove fanno bella figura i modelli Duke 125, 200 e 390, vorrei defilarmi ma non posso, inizia una 3 giorni che mi vedrà nei pomeriggi presente allo stand, domande, curiosità, ogni tanto vogliono sentire il rombo della kappona.

03/09/2014

Di buon mattino con Shiva come passeggero andiamo a Bakthpur, che dista un 16 km da Kathmandù. La città medievale conserva le antiche mura e un centro storico incontaminato nel tempo, peccato quelle scritte degli hotel a sfigurare a così tanta bellezza, la città fu lo sfondo naturale per il regista Bertolucci che girò qui l’ultimo imperatore.

Con la moto parcheggiata ci inoltriamo tra i vicoli, mi è rimasto molto impresso l’arte della maiolica, che vede cuocere ogni oggetto come nella notte dei tempi, sembra che il tempo si sia fermato al medio evo.

Ho con me un ottima guida, è il suo lavoro, ci inoltriamo tra le vallate poi si sale fino al tempio Nyatapola dove si ha una veduta spettacolare della piana di Kathmandù.

Si rientra giusto il tempo di una doccia e via di nuovo al Auto Moto Show, tutto come il giorno prima fotografi interviste, nemmeno fossi una persona famosa, ma il clou da li a poco arriverà, quando Sua Eccelenza Dr Ram Haran Mahat il ministro delle Finanze fa tappa allo stand, gli viene spiegato del mio viaggio poi mi chiede se è la prima volta che vengo in Nepal, non Eccellenza è la seconda la prima fu 16 anni fa, sempre in moto, stretta di mano un giorno come uso dire ALLA GRANDE.

Chiusi i battenti vengo scortato da Gaurav e i suoi amici all’hotel si cena insieme, a domani.

04/09/2014

Giornata di relax, sono giorni che vado di corsa, ci sta riposarsi, poi nel pomeriggio con l’instancabile Shiva si torna alla manifestazione, è il  momento dei saluti, gran bella esperienza ma non è finita ho appuntamento con Simone Marchetti.e consorte che hanno fatto un giro in Nepal con Enfield, da tempo ci si sente su Facebook ma mai incontrati prima, ci si trova alla mia Guest House poi tutti a cena, naturalmente Shiva di diritto, il mondo è piccolo, di sicuro in questa è una di quelle occasione.

05/0972014

E’ arrivato il momento di andare, Shiva viene a salutarmi al mattino presto, si fa colazione insieme, è il minimo che possa offrirgli, non ho parole, una persona dal cuore grandissimo, un amico, è la prima volta che ci si vede e sembra che sia una vita che ci si conosce, riflessioni a 360° , a volte è difficile avere rapporti anche con quello della porta accanto.

Esco dalla città con fatica il traffico è tanto, destinazione Pokara, 200 km attraverso valli incontaminate, ponti fatti di corde di acciaio che unisco le due sponde dei fiumi poi da lontano, ci sono delle nuvole che la coprono, appare l’ Annapurna uno del 8000 mt dell’ Himalaya, la cima sempre innevata. Scendo in direzione del lago Phewa dove ho riservato l’hotel, una bella doccia esco a mangiare a piedi lungo il lago per sgranchire le gambe.

06/09/2014

Mi sveglio presto e salgo sul tetto dell’ Hotel per ammirare le cime degli 8000, l’ Annapurna in primis, un rumore univoco attira la mia attenzione, scendo alla reception e chiedo cosa bisogna fare per volare con deltaplano, nulla l’accompagniamo all’aeroporto da dove si parte, casco in testa, perché in Nepal è obbligatorio, moto sotto i glutei in 10 minuti sono a destinazione, firmo delle carte di responsabilità, si va in pista, vorrebbero darmi un casco e no uso il mio ho la telecamera installata.

All’ hangar vengo preso per matto quando con il casco spiego del viaggio che sto facendo, il mio pilota sarà Daniel, lui è spagnolo e condivide mesi qua e mesi in Europa. Indosso la giacca, si va autorizzazione al decollo via tra le nuvole e si perché ad una certa ora il cielo si riempie, causa il calore,  di nuvoloni  il volo prima della moto per me è l’espressione della libertà. 30 minuti a tu per tu con la brezza dei 3000 mt e forse più metri poi di nuovo sulla terra, saluto e torno in città come un bambino sono al settimo cielo. Pomeriggio in pieno relax.

07/09/2014

Oggi ho un appuntamento alla  concessionaria KTM, Gaurav ha insistito perché questo incontro, puntualmente vengo raggiunto all’albergo da 5 ragazzi, tutti su Kappa, un giro per la città una sosta con foto, rientro il albergo domani si va in India.

08/09/2014

Carico la moto una bella colazione, con il lago alla mia destra punto verso la frontiera di Sinouli con l’ India. Curve e contro curve, la strada sale poi scende, destra sinistra, non so ma oggi è stata tutta una curva con migliaia di cambiate, quando ritrovo il rettilineo, sono prossimo alla frontiera, alla temperatura mite delle montagne, ritrovo una calura impressionante, poi la frontiera, tale e quale a 16 anni fa, polverosa, battuta dal sole, la solita confusione, i soliti accalappia turisti, non vogliono nulla poi alla fine i compensi  lievitano.

Alla dogana nepalese trovo un ragazzo che vuole fino in fondo essere ligio al dovere, il PC non esiste si registra tutto su libroni che sembrano uscire dalla notte dei tempi, aperti sembrano piccoli tavoli, poi quella indiana e qui si complicano le cose, in 7 in un ufficio, che legge, chi parla, un tutto fare porta il Carnet su tavolo, non capisco cosa si dica ma più di una volta la parola carnet torna in auge, ho capito

Non mi si può scucire nulla e allora aspetta GP, 5 minuti poi mi alzo, Sorry at time close the coustom? Il silenzio uno mi chiede perché, perchè vorrei dormire in un Hotel, la prossima città è a 70 km, prendono in mano il Carnet ma me la fanno pagare, vogliono controllare il numero telaio e motore, è qui mi fanno dannare, il numero è nascosto dietro al cavalletto laterale, sporco del grasso della catena, sdraiato in terra, inizio ad imprecare, parte qualche vaffa in inglese, ok può andare.

Sporco accaldato  provo a raggiungere Gorakhpur.dove arrivo alle 7 di sera, il traffico si è fatto caotico, tante persone per strada, veicoli di tutte le specie,gli animali, l’India che non ricordavo, da una lato ti fa sudare sette camice dall’altro ti fa vivere come non mai, un paese dalle mille sfaccettature.

09/09/2014

Oggi si va a Varanasi, facile a dirsi estremamente complicato viverlo on the road, dopo un ora e mezza sono a 63 km percorsi, provare ad osare è da folli, poi come ti fermi il delirio la moto, con la sua mole attrae curiosità, si intoppa il traffico, camion che sostano in mezzo la strada, io che appaio come ET sceso sulla terra a mostrare tecnologia spaziale, le domande sempre le stesse, quanto costa, la cilindrata e quale velocità massima raggiunge, a volte i commenti sono da chi cade dalle nuvole, a volte non capisco l’ Hindi ma l’espressione non lascia nessun dubbio.

Giungo a Varanasi, per gli Hindu, Benares per il resto dell’ India,  sbaglio strada, ma torno indietro il fiume Gange è il mio riferimento, come 16 anni fa so che vado incontro ad una difficoltà, ho prenotato un Guest House sul Rana Ghat, un luogo di abluzioni, non passo con tutte le valige, allora dovetti cambiare hotel, stavolta no tiro giù entrambi le valige con l’aiuto di 2 locali che le trasportano li seguo tra i  vicoli , solo un folle come me può osare, le cose si complicano  quando incontri un Bull, non si va ne avanti ne indietro e come tutti sanno gli animali sono sacri quindi massima discrezione.

Prendo possesso della camera, una  doccia veloce e scendo lungo il Gange, passo di Ghat in Ghat, l’ India che ho davanti è quella mistica, di credenti che giungono da ogni lato del paese per immergersi nel Gange, almeno una volta nella vita, con un minimo di cinque  Ghat  dove fare abluzioni. Al calare del sole la vita prende forma nel Ghat Dasaswamedhdove i bramini cantano e recitano salmi religiosi, è una festa, ma da buon osservatore anche un affare economico, tutto ruota intorno alle offerte che ogni fedele devolve per le cose sacre.

10/09/2014

Con Vishnu il ragazzo che lavora nella Guest House, ci diamo appuntamento alle 5 per un giro in barca,  è il momento migliore per cogliere ogni essenza delle persone che scendono dai Ghat, rampe di scale che finiscono nel Gange, e si immergono, poco più in la persone dedite a lavare i panni, anche se viene da domandarsi come è possibile, visto il colore dell’acqua e non per ultimo qualche carcassa di mucche e di scimmie, ma sono riflessioni di un occidentale, la spiritualità che coinvolge l’India è altra cosa, non per nulla convivono un insieme di religioni, che da noi sono il tema frequente di un conflitto culturale. Passiamo anche dal Ghat Manikarnika, dove avvengono le cremazioni, un luogo dove ogni Hindu vorrebbe che fosse portata la propria salma, mi si conferma che le famiglie a volta per esaudire i propri cari spendono una fortuna, pur di essere cremato qui, lo spettacolo è per stomaci forti, tutto avviene all’aperto.

La sera con una luna che si rispecchia sul fiume mi assaporo un bel piatto di spaghetti, sembro, per voracità, Albertone nel film un Americano a Roma, i sapori a volta sono l’essenza di un desiderio, da troppo tempo in astinenza culinaria.

11/09/2014

E ora di andare con Visnhu che mi guida tra i vicoli e le valige naturalmente portate a mano, usciamo da questo intrigo viario, poi con lui insella mi accompagna all’ autostrada, un concetto diverso da nostro ma pur sempre una 2 corsie per ogni senso di marcia, destinazione Agra.

Durante il trasferimento becco pure la pioggia, di tanto in tanto sosto e non manca la foto particolare, o la calca delle persone incuriosite dalla moto. E’ sera quanto entro in città, la segnaletica è ottima ma mi ricordo tutto, un anno fa ero qui, per 3 notti l’hotel Maya sarà la mia dimora.

12/09/2014

Sono le 5 quando sono la sveglia alle sei aprono i gate del Taj Mahal, è l’ora migliore per sfruttare i riflessi del sole che sale inclemente all’orizzonte, fa caldo almeno per me, ma lo spettacolo è assicurato. Del Taj Mahal si è detto di tutto, è il simbolo dell’India nel mondo, mi ripropongo di mettere solo foto, aldilà della storia che avvolge la costruzione di questo monumento è l’occhio, a mio parere, ad avere le maggiori sensazione.

Faccio colazione che è quasi un pranzo per l’orario, quando mi sveglio è quasi buio, vado in pizzeria, un pò di italianità non guasta, almeno a tavola.

13/09/2014

Giornata dedicata alla moto, è l’ultima manutenzione prima del randez vous che da Mumbay mi porterà a Dubai. Mi reco alla concessionaria KTM di Agra, sono il benvenuto, escono tutti poi mi prendono la moto e la portano al lavaggio, di seguito sul banco, cambio l’olio e il pacco frizione che ho con me, non staccava più ed era un sacrificio guidare in mezzo al traffico.

Mi fanno la scheda lavoro, il mecca è uno fine vuol fare lui a sostituire il pacco frizione, lo lascio fare, ha una particolarità, ma sa il conosce il suo lavoro, ma per il cambio olio mi lasciano fare, c’è da smontare mezza moto.

Le ore passano e così quando rientro in albergo, è quasi notte preparo tutto, domani si va Jaipur.

14/09/2014

200 km mi dividono dalla città rosa, quando arrivo dopo un tunnel  mi prendo anche uno shampoo da un poliziotto, il tunnel è vietato alle moto, ma che ne so ho da guardarmi da coloro che guidano figurati se dopo 200 km c’è un divieto per le moto che sinceramente non ho visto.

A 50 km da Agra mi sono fermato a Fatehpur Sikry, una città in puro stile moghul, la quale terminati i lavori fu abbandonata per mancanza di acqua anche allora INCREDIBLE INDIA.

Entro in città per una foto davanti al Palazzo dei Venti, devo scappare, traffico a tilt, meglio il parcheggio dell’albergo, accogliente, mi lavo anche panni e mi sdraio la stanchezza mi assale, mi risveglierò al mattino dopo, dall’ altra parte sono in vacanza.

15/09/2014

Vado al City Palace, davanti al lago dove c’è il palazzo Ja Mahal noto un ragazzo occidentale che va nella stessa direzione, mi chiedo forse non si rende conto di quanti km sono, mi fermo e l’invito a salire, mi ringrazierà, in effetti erano 4 km, ad oggi non ricordo il nome doveva scrivermi per mail non si è fatto vivo.

All’ingresso che sale verso il Palazzo,è una ressa di occidentali che salgono a dorso degli elefanti, una pacchianata, per un giorno, ovvero pochi minuti, ho idea che si sentono avventurieri, basta guardarli nei modi e negli atteggiamenti Alpitour mi viene in mente. Noi saliamo a piedi, facendo la ginkana tra palle di sterco degli elefanti.

Il City Palace ricalca il mondo che fu dei Marhaja con uno sfarzo senza limiti, dove i pavoni sono il soggetto di tanti ornamenti, in effetti tutto quello che è celato tra le mura ha un immenso valore.

Il pomeriggio dopo le ore di calura, mi reco al Jantar Mahar, un complesso di architetture astronomiche, la maggior parte di queste sono costruite sulla latitudine di 27°, quella di Jaipur, dove l’ora veniva calcolata con una precisione di 20 secondi, che dire.

Prima di entrar vengo affiancato da 3 ragazzi, sono di un giornale locale, segue intervista, in inglese naturalmente, e foto di rito ma la sorpresa sarà all’indomani.

Al mattino avevo chiamato Dawhal, un ragazzo che l’anno passato, visto che ero in difficoltà, mi aveva accompagnato all’hotel, ad un anno di distanza ci si incontra di sera e si va a mangiare un boccone. Studi ingegneria aerodinamica, mi mostra delle foto di progetti  a cui sta lavorando una serata speciale.

16/09/2014

Oltre 400 km mi separano da Udaipur, quindi sono in strada di buon ora, anche perchè più vado a sud più la temperatura si fa sentire. Mi fermo per chiedere, solita folla di curiosi e un ragazzino mi indica con la mano, poi gira la pagina, è l’ articolo dell’intervista del giorno prima, una copia chiedo detto e fatto, sento commenti in  Hindi ma c’è anche chi chiede in inglese, la cilindrata da dove vengo e quanto costa la moto le solite domande a cui rispondere.

La strada scorre veloce, io pure attraverso montagne poi Udaiupur ho prenotato un albergo con il booking, ha internet, solo sulla carta saluto e vado verso il lago Pichola, noto l’ Horizon sulla strada ha parcheggio pure Internet sarà il mio asso nella manica.

17/09/2014

Lascio la moto all’hotel addentrarsi per le vie della città non è il top. Il tuc tuc mi lascia davanti al Jagdish Temple, un luogo sacro per gli Hindù dedicato a Vishnu dove all’interno c’è una statua in  pietra nera che lo  rappresenta come Jagannath o signore dell'Universo,  dentro, fuori i soli furbetti che meditando si pongono in qualsiasi sceneggiatura per una foto, per poi chiederti il pedaggio, alla faccia del mistico.

Il City Palace è a 2 passi dal Tempio altra storia, bellissimo con giardini curati, dove ancora oggi la famiglia reale ha la dimora, le stanze che si susseguono nell’itinerario mostrano una vita sfarzosa, già oltre 50 anni fa i Marhaja possedeva un auto, più di una basta visitare il museo dell’ Auto Vintage per credere, poi la veduta sul lago Pichola, dove si susseguono isolotti con palazzi adibiti a Hotel non per nulla Udaipur è chiamata la Venezia dell’oriente. Ho fame e camminando a piedi mi imbatto in un localino dove fanno pasta ovvero Macaroni, e vai, con un euro e poco più me la cavo.

All’hotel trovo una sorpresa Mr Arpit, Manager del complesso dove è l’ hotel , mi chiede con discrezione se può organizzare una serata con amici motociclisti, perché no? Puntuali alle 19 arrivano, e rimango a bocca aperta Hayabusa, Ducati, Triumph,  Ktm, c’è anche un giornalista che mi intervista, uno spuntino e si parte per un giro intorno al lago di notte. Poi al The Room Chocolate un caffè dove grazie al proprietario Hiran mi gusto un ottimo cioccolato freddo, sembra di essere in Italia, si  va a nanna che giornata piena.

18/09/2014 

Avevo deciso di alzarmi presto e invece vado lungo, ma sono o no in vacanza? Mi reco sulle rive del Pichola Lake, per un giro in barca, non si parte affinché non si fa numeri, poi lo spettacolo, il City Palace è altra cosa visto dal lago, poi diritti al Jag Mandir, un tempo residenza oggi un hotel che indubbiamente crea fascino, essendo su un isola.

Mr Hiran mi contatta per dirmi se ho voglia di andare a trovare un suo amico con la passione della moto, mi invita a nozze.

Andiamo con la sua KTM 390 poi capirò il perché, in mezzo ai vicoli avrei fatto la fine di Varanasi.

Thair progetta occhiali e li costruisce in loco, ma la sua passione, direi estro, lo porta a compiere trasformazioni, particolari di mezzi a 2 ruote, da subito lo accosto a Salvator Dalì, per quella sana follia  nel voler far parlare la sua immaginazione, giudicate voi dalle foto, ma non è finita,, per il tardo pomeriggio propone una escursione in campagna dove ha una casa, sono curioso di vedere.

50 km ci separano da Udaipur, siamo sulle montagne circostanti la città, Thair non si smentisce, neanche qui, lampioni utilizzando il davanti di una vespa,  dei divani ricavati da un auto tagliata in maniera certosina, le foto parlano, ma quella brezza di vento unita ad un tramonto dai mille colori è la nota più bella di una giornata indimenticabile..

19/09/2014

Ultimo giorno ad Udaipur, devo a tutti i costi essere disponibili per chi mi ha mostrato gratitudine ed ospitalità hanno fatto venire due truppe televisive in hotel, e vai con l’interviste, in mattinata ero su 2 giornali locali, non posso farci nulla tanta pubblicità nemmeno in Italia mi sarebbe dovuto, in India no, l curiosità di questo popolo unita ad una passione per le due ruote, fa fare questo ed altro, l’ india è un paese in fermento con idee, dove i giovani, a differenza che da noi, hanno iniziato a cavalcare l’onda della trasformazione e lo fanno di prima persona, sarebbe ridicolo da parte mia dire che tutti hanno le stesse possibilità e potenzialità ma quell’ India mistica sembra un pò più lontana.

20/09/2014

Oggi vado, non basta l’ultimo invito per un cioccolato tra amici, arrivo carico, poi i saluti, non ho parole, dal punto di vista personale ed interiore è stata una grande esperienza umana, non so che dodi io abbia o quale occasioni mi diano la possibilità di intrattenere rapporti con persone incontrate per la prima volta, di una cosa sono sicuro, sono credibile quando racconto le mie esperienze, gli avevo visti titubanti poi ho aperto il mio sito www.motorbiketravel.it, ho mostrato video, pubblicazione, poi c’è face book, quando Thair la prima sera ha messo una foto, un suo amico, indiani, che lavora in Italia, gli ha scritto lo conosco è un grande motociclista, è nella sua pagina di FB.

Esco dalla città e punto verso Mumbay, so che non ci arriverò, per la distanza, dopo Varodora, sosto su un aerea di servizio.

21/09/2014

E’ domenica me ne rendo conto quando esco dall’ hotel, il parcheggio è pieno di moto, è subito feeling con motociclisti, le domande sono sempre le stesse la curiosità è tanta, colpisce il fatto che viaggio da solo.

Riprendo la strada per Mumbay altri gruppi di moto, mi invitano a sostare, sono un gruppo di custom,  su base Enfield si è dato spago alla fantasia, il risultato può piacere o no, ma la creatività non manca.

Giungo a Mumbay, trovo da dormire vicino all’areoporto, la moto volerà a Dubai, tutto quello che devo fare ruota in questa zona, spedizioniere compreso.

22-23-24/09/2014

Mi incontro con Mr. Mihir della compagnia che mi spedirà la moto negli Emirati, in 2 giorni la moto è nella cassa, l’imballaggio avviene in un locale che se non fosse per l’esperienza declineresti da subito, ma in questi paesi l’arte dell’arrangiarsi è un qualcosa di eccellente, in poco tempo tutto è pronto, tanto per alleggerire il peso ho sostituito il pneumatico posteriore, sempre per strada dove sotto un albero, con un compressore e 4 attrezzi, il ragazzo non ha esitato un attimo, sarà la necessità, sarà la dedizione ma tutto funziona, per la cronaca il giorno 25 volo a Dubai, la moto il giorno dopo, ciao Asia.